Il trauma dentale nei bambini è un evento molto frequente e avviene sempre inaspettatamente; pertanto richiede una terapia d’urgenza.
La letteratura rivela che in età pediatrica i traumi oro-facciali interessano dal 15 al 30% degli individui, tanto da costituire, con le lesioni cariose, la più comune causa di ricorso a cure odontoiatriche. La localizzazione è, per ovvie ragioni anatomiche, principalmente sul gruppo frontale del mascellare superiore. Gli elementi dentali più spesso interessati sono gli incisivi centrali superiori (nel 50% dei casi) e laterali superiori (30%).
Le cause più frequenti di traumi sono rappresentate dal gioco (56%), dalle attività sportive (21%), da incidenti stradali (11%) e da atti di violenza (12%).
Precise linee guida diagnostiche e terapeutiche vengono suggerite dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dalla gestione dell’emergenza, dal post operatorio immediato al controllo a distanza .
La classificazione del tipo di trauma dentario viene suddivisa dall’OMS in due grosse branche ed è stata accettata dalla IADT (International Association Of Dental Traumatology). Il danno dentale viene proposto classificandolo per stadi diversi, dalla semplice infrazione della corona, alla frattura complicata della corona dentaria fino alla avulsione (perdita) dell’elemento dentario.

In altre parole la suddivisione viene articolata in :

  • traumi ai tessuti duri del dente (smalto, dentina, cemento) con o senza interessamento della polpa;
  • traumi ai tessuti di sostegno del dente (tessuto osseo, legamento, gengiva).

Dopo aver dato rappresentazione quantitativa delle dimensioni del trauma dentale cercherò in sintesi di offrire spiegazioni e consigli sul da farsi in caso di incidente.
L’evento traumatico è un episodio drammatico e improvviso che -come già detto- necessita di un intervento tempestivo. Dal punto di vista psicologico il bambino va tranquillizzato, ma spesso la preoccupazione del genitore traumatizza il bambino più dell’incidente stesso.

Se il trauma interessa la dentizione decidua (denti da latte), oltre al dente coinvolto, potrebbe essere stato danneggiato anche il dente permanente che si sta formando al di sotto del dente da latte. In questo caso, l’intervento è mirato a ridurre al minimo le possibili complicanze sul dente definitivo.
Se il trauma causa lo spostamento del dente deciduo dalla sua posizione d’origine si attende un riposizionamento naturale.

Il successo terapeutico dovrà condurre ad una fase normale di eruzione fisiologica del dente permanente.
Sia che si tratti di denti decidui e cioè destinati alla permuta, sia che si tratti di denti permanenti, la prontezza e rapidità di intervento condizionano in maniera determinante la prognosi degli elementi coinvolti.

“Mio figlio è caduto e si è rotto un dente. Che cosa devo fare?”

Questa è la domanda che più spesso ci viene posta dai genitori di un bambino che ha subito un trauma.
I quadri clinici in un trauma dentale possono essere svariati: il dente può rompersi solo a livello della corona (frattura coronale) o anche a livello della radice (frattura coronale e radicolare), oppure spostarsi dalla sua sede (dislocazione) o addirittura sfilarsi dalla stessa (avulsione traumatica).

Per tali motivi i traumi dentari devono essere sempre considerati una condizione di emergenza: vanno trattati immediatamente per ridurre il dolore, per permettere il riposizionamento dei denti dislocati e migliorare così la previsione di sopravvivenza degli elementi coinvolti.

In una frattura dentale, l’elemento può rimanere vitale e il frammento dentale può essere così riattaccato con tecnica adesiva. Questa procedura è utilizzabile se il dente è stato opportunamente mantenuto in una sostanza liquida (soluzione fisiologica, latte, saliva) già subito dai primissimi momenti successivi al trauma, per non farlo disidratare e quindi non fargli perdere (anche solo in parte) il colore originale.

Qualora sia stata coinvolta la parte interna del dente, ovvero il nervo (la polpa dentaria), questo va devitalizzato e restaurato secondo le corrette procedure. Se ci troviamo di fronte a una frattura radicolare l’elemento non è conservabile e va pertanto estratto.

Quando il dente subisce una dislocazione (spostamento dalla propria sede originaria), può essere ricollocato nella posizione corretta, realizzando un bloccaggio con i denti vicini definitivi tramite metodiche adesive usate in ortodonzia.
Una forma particolare di dislocazione è l’intrusione: il dente si conficca in profondità e, quando si tratta di un dente da latte, può provocare un’alterazione anche del dente definitivo che si sta formando.

Nella avulsione traumatica la situazione è differente se l’elemento coinvolto è deciduo (dente da latte) o permanente (dente definitivo): nel primo caso, il dente non si deve reimpiantare; nel secondo caso la procedura diventa obbligatoria.
Il dente che è stato espulso in maniera traumatica, se mantenuto in una delle sostanze sopracitate e con la radice integra, potrà essere reinserito nella cavità ossea originaria e bloccato temporaneamente (2-4 settimane) con i mezzi adesivi ortodontici, provvedendo prima o dopo l’inserimento alla sua devitalizzazione e ricostruzione.

Fondamentale in ciascuno dei casi esposti è il monitoraggio della vitalità (se mantenuta all’origine) o della condizione ossea e radicolare (tramite radiografia), poiché possono nel tempo verificarsi problemi a carico del dente coinvolto: se deciduo, ripercussioni sul dente permanente che è in fase di formazione e che può così diventare deforme; se permanente, può generare fenomeni di riassorbimento osseo e radicolare purtroppo non prevedibili a priori.

Il primo intervento di urgenza in caso di trauma dentale è di fondamentale importanza, poiché, se effettuato correttamente, aumenta le probabilità di limitare il danno o addirittura di recuperare denti persi.
Questi, in sintesi, gli step da seguire doverosamente :

  • tranquillizzare il bambino;
  • eliminare eventuali residui di sangue dalle labbra e dalla faccia con garze o fazzoletti umidi, far sciacquare la bocca al bambino con acqua fresca;
  • controllare il sanguinamento esercitando una lieve pressione sulla zona traumatizzata con garze o fazzoletti bagnati;
  • applicare eventualmente del ghiaccio per frenare l’emorragia e attenuare il dolore alla gengiva.

Frammenti di denti o denti interi vanno recuperati e conservati in un contenitore pulito riempito di liquido (soluzione fisiologica, latte a lunga conservazione a temperatura ambiente o saliva) e portati al proprio dentista insieme al bambino. Un dente permanente ha buone probabilità di essere re-impiantato se è stato correttamente conservato immerso in un liquido entro un massimo di 2-3 ore.

Assolutamente vietato :
Toccare la radice del dente perduto (va preso solo dalla parte della corona).
Tentare di reinserire il dente: è una manovra delicata, che deve essere fatta da un professionista competente.

In ogni caso il dente traumatizzato va tenuto sotto controllo per un lungo periodo di tempo al fine di monitorare eventuali danni tardivi che, se individuati tempestivamente, possono essere limitati nella loro gravità.

Gianni Perfetti

Massa